La testimonianza del supermoderatore Paolo Degioanni
Testimonianza rilasciata da Paolo Degioanni (degio ag) lunedì 24 luglio 2023
La pubblicazione del RTU nel 2003 è una pietra miliare nella storia del RisiKo! perché per la prima volta l’Editore chiarisce quali sono i paletti regolamentari entro cui un torneo deve svolgersi per poter avere l’ufficialità, con tutto quello che ne consegue in termini di promozione e sostegno per i suoi organizzatori da parte di Editrice Giochi.
Fino ad allora infatti esisteva una Babele di regolamenti per cui ogni Club aveva di fatto le sue regole, rendendo così complicato partecipare a tornei organizzati al di fuori della propria città o anche solo del proprio gruppo di amici.
Ricordo che pochi giorni prima della sua pubblicazione ebbi uno scambio di mail con Spartaco Albertarelli, al termine del quale provai a schematizzare su un foglio di Excel quali erano le varie opzioni usate a quel tempo nei vari Club, ad esempio:
- distribuzione iniziale dei territori: a scelta dei giocatori oppure casuale
- eventuale limite del 50% dei territori di un continente nella distribuzione iniziale
- eventuali territori neutrali: due presidiati da 5 armate
- distribuzione degli obiettivi: tutti i 20 della scatola Prestige oppure quattro set da 5
- eventuale presidio minimo di due armate in caso di invasione e spostamento
- valore dei tris con tre simboli uguali: 4-6-8 oppure sempre 8
- eventuale limite carri
- eventuali parità di punti in obiettivo a fine partita
Il testo del RTU elaborato da Albertarelli aveva chiaramente l’intenzione di promuovere un regolamento entry level in modo da non favorire i giocatori più forti (come sarebbe potuto accadere ad esempio nel caso di scelta dei territori inziali o del finale con le chances). Anche perché il quel contesto storico (siamo nei primi anni 2000) c’era una differenza abissale fra i giocatori lombardi e gran parte del resto d’Italia. Basti considerare il numero di Club e di tornei organizzati in quella regione ed i regolamenti che erano stati da loro elaborati.
Esisteva ad esempio una versione dove non venivano usati i dadi ma i combattimenti avevano un esito fisso in base al numero delle armate coinvolte.
Così come era stato creato il regolamento per una versione 1 vs 1.
La stessa sdadata deve le sue origini ai Club lombardi che iniziarono ad usarla ben prima che divenne una regola ufficiale di Editrice Giochi (nel 2003 con il RTU e poi inserita nel manuale della scatola Challenge nel 2010).
Una curiosità a proposito della regola del 50% nella distribuzione iniziale.
Nella primissima versione di RD non era prevista questa regola e quindi capitava spesso che ad inizio partita un giocatore avesse 3 territori in Oceania e/o in America del Sud. Era quindi nata la consuetudine dei primi giocatori online di annullare le partite con quel tipo di distribuzione inziale. Il numero elevato di partite annullate online fu perciò determinante nel convincere Spartaco Albertarelli ad inserire quella regola nel RTU dei tornei live. Questo perché, la politica editoriale era quella di favorire il disequilibrio nel gioco e non l'equilibrio.
A distanza di alcuni anni Albertarelli confidò che quella fu una debolezza di cui si era pentito e che se avesse potuto tornare indietro non l’avrebbe mai inserita. Se quindi questa regola oggi esiste nei tornei live (e continua ad avere un gradimento elevato nei giocatori) il merito o la colpa, a seconda dei punti di vista, lo si deve proprio a quelle prime partite online.
Gran parte delle regole adottate con il RTU erano quindi il risultato di esperimenti fatti nei vari Club durante tutti gli anni precedenti. Riuscire ad avere un unico regolamento da usarsi in tutti i tornei live era stato l’obiettivo fallito dalla FIRK, e fu proprio con la messa in commercio di RD che si crearono le premesse per colmare questa mancanza. Infatti, in virtù del principio per cui il gioco online avrebbe dovuto essere uguale a quello live, ci fu la spinta a creare il RTU e a realizzare la modalità Prestige su RD (appena uscito era prevista infatti solo la modalità a tempo).
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