Il metodo del Jolly invece dovrebbe avere origini romane, e quindi era usato al Club della Civetta di Roma (ora RCU Il Gufo).
Non avendolo mai provato di persona non ho ricordi precisi, ma mi pare che il concetto fosse che la partita finiva quando terminato il proprio turno un giocatore pescava un jolly da un altro mazzo di carte territori. Però, da quante carte fosse composto questo secondo mazzo e quanti erano i jolly presenti non ne ho idea.
Se non era disponibile una seconda scatola, e quindi un secondo mazzo di carte territori, in alternativa si poteva usare un sacchetto con delle armate di due colori nello stesso rapporto (esempio 42 carri rossi e 2 carri neri, quando pescavi un carro nero la partita finiva).
Si trattava quindi un meccanismo di chiusura più simile alla sdadata (più la partita prosegue più aumentano le probabilità che finisca), anche se presentava il rischio che teoricamente un giocatore poteva avere la certezza di sapere di essere l’ultimo a giocare (nel caso fossero rimaste solo due carte nel mazzo) e quindi poter fare tutti gli attacchi possibili visto che sicuramente a fine turno avrebbe pescato un jolly.
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