Il concetto fu originariamente introdotto da Herbert Simon, laureato e Premio Nobel per l'economia. Egli diceva che l'essere umano opera all'interno della razionalità limitata. A questo proposito coniò il termine satisficing, il quale denota una situazione dove gli individui che cercano soluzioni ad un determinato problema, si ritengono soddisfatti di risposte sufficientemente buone per i loro fini, nonostante queste soluzioni non siano realmente ottimizzate.
Altri teorici sostennero, successivamente, che i singoli individui si basano sulle euristiche in modo adattivo: ignorare una parte delle informazioni (relative alla presa di una decisione), piuttosto che considerare tutte le opzioni, può effettivamente portare a una scelta più accurata (eliminando, di conseguenza, gran parte dei bias cognitivi di cui l'essere umano è succube per natura).
Attraverso una maggiore ricerca e raffinatezza, si è giunti alla conclusione che a volte gli individui considerano razionalmente, logicamente, sistematicamente, volutamente e verbalmente i problemi. Altre volte invece gli individui considerano le questioni in modo intuitivo, senza sforzo, a livello generale ed emotivamente. Da questo punto di vista le euristiche sono parte di un più ampio sistema di elaborazione dell'esperienza che spesso è adattabile, ma anche vulnerabile a errori in situazioni che richiedono un'analisi molto più logica.
Dunque, le euristiche si riferiscono a delle scorciatoie cognitive o regole approssimative che il cervello utilizza per semplificare il processo decisionale e risolvere i problemi in modo rapido ed efficiente. Le euristiche sono strategie mentali che consentono di prendere decisioni rapide basandosi su informazioni limitate o su schemi predefiniti. Tuttavia, possono portare a distorsioni cognitive o ad errori sistematici (bias).
Di seguito alcune delle euristiche più comuni:
L'eurisma è lo schema mentale, tipico nell'individuo, che impedisce il corretto svolgimento del procedimento euristico. Comporta una sorta di ancoraggio a ciò che appare più visibile, impedendo di leggere più in profondità e attivare la parte creativa e intuitiva della mente.
Dunque è importante essere consapevoli dell'influenza delle euristiche sulle decisioni e considerare attentamente le informazioni disponibili per evitare di cadere in trappole cognitive.
Le euristiche possono contribuire alla formazione dei bias cognitivi.
Infatti, per come sono state definite, le euristiche operano con regole approssimative e semplificazioni e quindi possono portare a distorsioni cognitive e ad errori di valutazione.
I bias cognitivi, d'altra parte, sono errori sistematici che si verificano nel processo di elaborazione delle informazioni. Sono il risultato di schemi di pensiero predefiniti e tendenze cognitive che possono influenzare negativamente il modo in cui si percepisce, si ricorda e si valutano le informazioni.
Quindi, mentre le euristiche possono essere utilizzate come strumenti per prendere decisioni rapide, i bias cognitivi rappresentano errori o distorsioni nel modo in cui si utilizzano queste strategie. I bias cognitivi possono essere visti come una conseguenza delle semplificazioni e delle regole approssimative utilizzate dalle euristiche.
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